Part of the Stanford/Elsevier Top 2% Scientist Rankings 2024

Autore: mragnedda Pagina 23 di 34

World Wide Web Conference: a great possibility for the passionate about the Web

Massimo Ragnedda This year as every year at the annual World Wide Web Conference the topic under consideration is the future direction of the World Wide Web.  The Conference will be an extremely useful opportunity to discuss and understand the social consequences and impact of the new technologies of Communication on culture and it inspires small and large companies to aim for a more dynamic and truly global world wide web. The Conference aims to provide the world a premier forum for discussion and debate about the evolution of the Web and the standardization of its associated technologies. Furthermore it is a great opportunity to witness exclusive demonstrations firsthand, attend international project community meetings and consortiums, world premier announcements and have meetings with young scientists and innovative companies.

In Italia dieci persone sono più ricche di tre milioni di poveri

Massimo Ragnedda (Tiscali) Qualcosa non va in questo sistema. Qualcosa di profondamente sbagliato, di iniquo ed ingiusto c’è in un Paese quando 10 persone, le più ricche d’Italia, hanno un capitale pari a quello di 3 milioni dei più poveri. No, qualcosa di profondamente ingiusto e sbagliato c’è, quando in un paese democratico viene permessa questa sperequazione economica. Qualcosa non va e deve essere cambiata, subito, se non vogliamo che la situazione degeneri.  È semplicemente indegno di un paese democratico una simile disuguaglianza economica. Indegno, non conosco altri aggettivi più efficaci. Ed ancora più indegno è che in un periodo di crisi ed austerity il governo tagli i fondi per il Welfare State che permette anche a quei 3 milioni di cittadini di avere un’assistenza sanitaria gratuita o di poter mandare i propri figli a scuola. In un momento di crisi, dove aumenta la povertà, la disoccupazione e la disperazione, lo Stato deve farsi carico di chi sta indietro, di chi non ce la fa, di chi prova a sopravvivere e non, come invece sta facendo, aiutarli a buttarsi giù dal baratro. Ed ancora più indegno è che in un periodo di crisi il governo pensa a reperire fondi dalle classi più povere lasciando intatte le grandi ricchezze: il governo Monti tassa i poveri lasciando inalterati i grandi capitali.

Small talk in the Digital Age: Making Sense of Phatic Posts

Danica Radovanovic, Massimo Ragnedda, Small Talk in the Digital Age: Making Sense of Phatic Posts, in Matthew Rowe; Milan Stankovic; Aba-Sah Dadzie (eds). Making Sense of Microposts, 2012, p. 10-13.

The paper will be presented at the World Wide Web Conference, Lyon 16-20 April. 

Abstract. This paper presents some practical implications of a theoretical web desktop analysis and addresses microposts in the Social Web contextual sense and their role contributing diverse information to the Web as part of informal and semi-formal communication and social activities on Social Networking Sites (SNS).  We reflect upon and present the most pervasive and relevant sociocommunication function of an online presence on microposts and social networks: the phatic communication function. Although some theorists such as Malinowski say these microposts have no practical information value, we argue that they have semantic and social value for the interlocutors, determined by sociotechnological and cultural factors such as online presence and social awareness. We investigate and offer new implications for emerging social and communication dynamics formed around microposts, what we call here “phatic posts”. We suggest that apparently trivial uses and features of SNS actually play an important role in setting the social and informational context of the rest of the conversation – a “phatic” function – and thus that these phatic posts are key to the success of SNS.

E’ in gioco la tenuta democratica del paese: professor Monti non tiri troppo la corda

Massimo Ragnedda (Tiscali). La legge sono io: gli italiani amano me e non i partiti e dunque la riforma del lavoro si farà. In sintesi è questo il senso del diktat (sud) coreano del caro leader. La Bindi l’ha definita una caduta di stile, ma forse, più semplicemente, è la conferma dello stile autoritario di chi sa di governare in un momento particolare e senza opposizione. Il diktat coreano di Monti è, comunque lo si voglia leggere, l’ennesimo segno di una stagione molto pericolosa per la democrazia italiana: è in gioco la tenuta democratica dell’intero paese. Nessuno, neanche Prof. Monti e il suo sponsor al Quirinale (che chiede ai sindacati e ai partiti di non fare il loro lavoro, ovvero curare gli interessi di chi rappresentano) possono pensare di governare senza l’appoggio dei partiti o, peggio ancora, governare contro gli stessi partiti.

Dal Grande Fratello di Orwell alla Società Postpanottica. Intervista a Massimo Ragnedda

Intervista di Antonio Migliorino su Controcampus. L’epoca attuale è segnata dal declino delle istituzioni. Il tramonto della modernità, intesa come società delle istituzioni, apre le porte al nuovo pensiero postmoderno. Il nucleo nevralgico di questa, discendente e decadente, parabola della civiltà umana, alberga nel controllo sociale.L’uomo moderno non è più libero nè di sognare, né di volere. Le sue scelte sono condizionate, nel bene e nel male, dalle nuove tecnologie. I sogni, le emozioni e i desideri traggono origine da un’unica ed edulcorante fonte di saggezza: i mass media. Col tempo, però, i sogni tendono a divenire sterili, seriali e meccanicamente prestabiliti, quindi a smarrire ogni traccia d’originalità. Questo ritmo triadico caratterizzato da controllo sociale, postmodernità e mass media, si ripercuote sull’umanità, la quale, ingannata da un mondo vuoto ed ipnotico, sprofonda nel baratro dell’omologazione.

Spinti dal desiderio di comprendere al meglio queste nuove dinamiche socio culturali, abbiamo deciso d’intervistare il Prof . Massimo Ragnedda, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicazione sociale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari.

Si può criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo?

Massimo Ragnedda (Tiscali) Leggendo i commenti al mio precedente articolo dove ricordavo la vita di Nayef Qarmout di appena 15 anni, ucciso, assieme ad altre 25 persone, dagli aerei da guerra israeliani mentre giocava, mi sono sentito accusare di essere antisemita, di essere un integralista islamico o un nazista. C’è chi addirittura mi accusa di volere la distruzione di Israele e volere il califfato. Per fortuna Israele ha ben altri difensori. Francamente trovo imbarazzanti queste accuse, più per chi le muove che non per me, ma inevitabilmente spingono ad una riflessione e mi fanno capire quanto difficile sia criticare Tel Aviv, senza cadere in questa spirale di odio e violenza verbale. Allora mi e vi chiedo: è illegale criticare Israele quando sbaglia? Israele è al di sopra del diritto internazionale? E soprattutto, criticare Israele significa essere antisemiti?

Israele li chiama effetti collaterali, io con il nome e cognome: Nayef Qarmout, 15 anni, ucciso mentre giocava

Massimo Ragnedda (TiscaliUna trentina di persone uccise in pochi giorni: è il tristissimo, e ancora parziale, bilancio dell’ennesimo attacco israeliano dentro la Striscia di Gaza. Venerdì 9 marzo gli aerei da guerra di Tel Aviv hanno iniziato a bombardare la Striscia di Gaza, massacrando militanti dei gruppi di resistenza palestinesi, ma anche donne e bambini. Gli israeliani li chiamano, con un eufemismo che fa meno male e che risulta essere più telegenico e digeribile per i fini palati occidentali, omicidi mirati, mentre le donne e i bambini uccisi, effetti collaterali.

Chiamateli come volete, ma sotto le bombe israeliane, per l’ennesima volta, sono rimasti i corpi senza vita di 26 persone (bilancio provvisorio). Ed è di una di queste tante vittime collaterali che voglio parlare, poiché ha un nome e un cognome, aveva un volto e un sorriso, aveva voglia di giocare e vivere, aveva sogni e speranze rubate dalle bombe sganciate in uno dei 37 attacchi aerei che Israele ha compiuto in 3 giorni.

Ci sono almeno 100 buoni motivi per non costruire la TAV: non è solo inutile ma è anche molto dannosa

Massimo Ragnedda (Tiscali) Vi sono almeno 100 buoni motivi per non costruire la TAV, ma qui per ragioni di spazio mi soffermo su tre in particolare. Il primo è il fattore salute, che nessun governo può sottovalutare visto che governa in nome e per conto dei cittadini. Secondo è il fattore economico: anche in questo caso nessun governo, in particolar modo uno tecnico e in un periodo di crisi, può sottovalutare. Terzo il fattore democratico: nessun governo può pensare di agire contro la volontà dei cittadini. Iniziamo da un aspetto prioritario per ogni democrazia: la salute della popolazione. Non sono un medico, ma alcuni aspetti, che sono sotto gli occhi di tutti, mi fanno riflettere. Il tracciato prevede una galleria di 23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. Perforando questa montagna, dunque, si immetteranno nell’aria fibre di amianto, tanto invisibili quanto letali, che il vento disperderà nell’aria. Il “Foehn” rischia di portare queste letali particelle sin nel cuore di Torino. Ricordo che l’amianto è fuori legge dal 1977 proprio perché respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) terribilmente pericoloso. Dunque, sventrare una montagna piena di amianto, con l’immissione nell’area di questa polvere sottile ed invisibile, è non solo pericoloso, ma è un vero attentato alla salute dei cittadini. Il caso eternit sembra non averci insegnato niente.

Autodifesa proattiva, l’ultima trovata retorico-giuridica per giustificare la guerra contro l’Iran

Massimo Ragnedda (Tiscali) Partiamo da un principio incontrovertibile: l’Iran, anche qualora lo volesse, non riuscirà mai e poi mai a dotarsi di un’arma nucleare, a differenza di Israele che detiene illegalmente centinaia di ordigni nucleari. Tel Aviv, e di questo non ne è mai fatto mistero, attaccherà Teheran prima che l’Iran possa avvicinarsi a questo traguardo. Farà come fece con l’Iraq, quando nel 1981 i caccia israeliani distrussero il reattore iracheno di Osirak, annientando così le ambizioni di Saddam di dotarsi dell’arma nucleare. Farà come fece contro Damasco, quando la notte del 6 settembre 2007 gli aerei da guerra israeliani bombardarono, nella Siria orientale, alcune “nuclear installations” costruite per ospitare materiali forniti dalla Corea del Nord. Insomma Israele vuole essere l’unico paese in tutto il Medio Oriente ad avere l’arma nucleare per dominare indisturbato e far valere la sua supremazia nella regione.

Fornero: il posto fisso è un miraggio. Non per la sua famiglia

Massimo Ragnedda (TiscaliIl pulpito dal quale vengono le prediche è importante per capire se quelle prediche hanno un senso o meno. Prof. Monti dagli studi Mediaset (sarà un caso?) ci ricorda che il posto fisso è monotono e noioso, lui che in vita sua ha avuto sempre posti fissi. Facile fare i precari con la vita degli altri, verrebbe da dire. Facile parlare di precariato per chi a soli 26 anni era già professore a tempo Indeterminato a Trieste, e da lì in poi una lunga carriera di posti a tempo indeterminato ai quali aggiungeva diversi altri incarichi temporanei, ma sempre con la sicurezza di non restare mai e poi mai disoccupato. Un sogno per chi oggi si affaccia sul mondo del (non) lavoro.

Pagina 23 di 34

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén