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Autore: mragnedda Pagina 14 di 34

Anche il premio Pulitzer conferma: l’attacco chimico in Siria fu orchestrato dalla Turchia e dagli Stati Uniti

184_senate_looks_at_chemical_attack_photos.jpg.size.xxlarge.promoMassimo Ragnedda (Tiscali) Per fortuna esistono ancora i bravi giornalisti, quelli indipendenti, quelli investigativi, quelli che scrivono storie controverse e forti. In fondo, come scriveva Orwell, “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”. E rivoluzionaria è stata la rivelazione del grande giornalista statunitense e premio Pulitzer, Seymour M. Hersh, che ha rivelato come l’attacco chimico del 21 Agosto del 2013, fu opera dei ribelli siriani e non delle forze di Assad.

In realtà è una cosa che sapevamo da tempo ed io, nel mio piccolo, lo avevo già detto subito dopo l’attacco. E come me molti altri, più bravi e più autorevoli, giornalisti. Perché era chiaro ed evidente che gli Stati Uniti avessero bisogno di un casus belli per poter intervenire. Era chiaro, perché conosciamo la storia, perché abbiamo una visione di più ampio respiro, perché non ci fermiamo all’apparenza. Il grande sociologo statunitense, Wright Mills, ci ha insegnato ad andare oltre l’ovvio e il banale, farci domande e guardare l’abituale con occhi diversi. L’immaginazione sociologica è un atteggiamento mentale che ci permette di vedere oltre il proprio ambiente per poter meglio comprendere i fenomeni sociali. Ed io cerco sempre di andare oltre la verità di facciata (senza per questo vedere complotti ovunque) e pormi delle domande. Cerco di collegare fatti che solo apparentemente sembrano lontani e non mi soffermo mai sulla verità semplificata fornita dai “media ufficiali”. Diciamo pure che parto con un sano pregiudizio: non credo alla verità ufficiale. Perlomeno non accetto la verità acriticamente.

Se questo è un processo di pace: 8 mesi di morte e paura per i Palestinesi

freedom_hebronMassimo Ragnedda (Tiscali) Da quando i negoziati di “pace” sono ripresi nel luglio 2013, gli israeliani hanno ucciso 59 palestinesi e ne hanno ferito centinaia, compresi alcuni giocatori della nazionale palestinese deliberatamente gambizzati per impedire loro di giocare. Jawhar Nasser, di 19 anni, e Adam Abd al-Raouf Halabiya di 17 anni, giocatori della nazionale palestinese, tornavano, come tutti i ragazzi che a quella età vogliono dare due calci ad un pallone, da un allenamento. Militari israeliani, senza motivo apparente, hanno sparato alle gambe di questi due giovani ragazzi. Per loro la carriera è finita e, cosa ancora più grave, probabimente non potranno più camminare.Come loro, solo dall’inizio del cosidetto processo di pace, sono centinaia i palestinesi (spesso ragazzini), tragicamente uccisi e feriti.

Pregiudicati che percepiscono 6 milioni all’anno. Sono questi sono i manager che il mondo ci invidia?

 

paperoni-370Massimo Ragnedda (Tiscali) Moretti, l’AD di Trenitalia (nel 2012 ha dichiarato più di un milione di euro, ovvero più di 87.000 euro al mese) che ha notevolmente peggiorato il servizio dei pendolari favorendo i treni ad alta velocità e ora chiede che i pendolari paghino il doppio dell’attuale tariffa, sostiene che se si tagliasse lo stipendio dei manager questi andrebbero via dall’Italia. Ergo, bisogna tassare, ancora una volta, i pensionati e gli operai che all’estero non possono andarci. O magari tagliare la sanità pubblica, tagliare i finanziamenti alla scuola e ridurre i servizi offerti ai cittadini. Tutto, ma non toccare gli stipendi dei manager italiani. Il rischio, secondo Moretti (chiamato a rispondere dei fatti relativi alla strage di Viareggio) è che visto che il mondo ci contende i nostri manager, questi sarebbero pronti a lasciare l’Italia verso altri lidi dorati. Guai a ridurre loro lo stipendio, altrimenti li perdiamo (un po’ come i calciatori che lasciano l’Italia per il PSG o il Real).

Perché il referendum in Crimea dovrebbe essere illegale e il golpe nazista in Ucraina legale?

crimea-copyMassimo Ragnedda (Tiscali) I dati del Referendum in Crimea parlano chiaro: il 96% vuole tornare con la Russia. Un referendum come quello del 2008 in Kosovo, del 2011 in Sudan e del 2013 nelle Isole Falklands (le Isole Falklands o Malvinas in spagnolo, distano 400 km dall’Argentina, ma sono territorio britannico d’oltremare. Queste isole contese da anni e furono teatro di una guerra nel 1982 tra Argentina e Inghilterra). I media occidentali titolano: “Putin sfida il mondo”. In realtà Putin non sfida il mondo, ma si limita a rispondere alle provocazioni degli USA e, parzialmente dell’UE (meno del 15% della popolazione mondiale) e non il mondo intero: questo, per inciso, la dice lunga sul nostro occidentocentrismo. Ma la vera domanda è: perché l’autodeterminazione dei popoli va bene quando si vota in Kosovo, in Sudan e nelle Malvinas (pardon, Falklands) e non quando si vota in Crimea? Perché quei referendum dovrebbero essere illegali, mentre il golpe che ha destituito un presidente legittamente eletto (anche se corrotto, ma noi italiani non possiamo parlare) e ha messo al comando i neonazisti, dovrebbe essere legittimo?

Peggiorare la porcata di Calderoli non era facile, ma Renzi ci è riuscito. Complimenti

2628153-renziberluMassimo Ragnedda (Tiscali) Non era facile, eppure Renzi e il PD sono riusciti a peggiorare la porcata di Calderoli e Berlusconi. Roba da maestri. Roba da professionisti della politica. Roba da esperti navigati. Mica scherzi.

L’Italia, da sempre divisa su tutto, aveva trovato l’unanimità nel definire la legge elettorale introdotta da Calderoli una vera porcata. Tutti, ma proprio tutti, si sono scagliati contro questa vergognosa legge elettorale che creava un parlamento di indagati, nominati dalle segreterie dei partiti, senza lasciare possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Tutti, ma proprio tutti, si lamentavano dello squilibrato premio di maggioranza. Tutti, quasi tutti a dire il vero, si lamentavano di un governo composto in prevalenza da uomini.

Anche la Corte Costituzionale, dopo 8 lunghi anni e un paio di tornate elettorale, ha finalmente bocciato questa schifezza, fondamentalmente per due ragioni: l’impossibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti e l’evidente sproporzione tra voti presi e seggi assegnati. Insomma la legge era da rifare, volenti o nolenti, e così lo scaltro Renzi si è assunto l’onere di farlo, contrattando con Berlusconi. Ma fare non è sinonimo di fare bene e così la nuova legge elettorale targata PD è riuscita nel difficile compito di peggiorare il porcellum: un super porcellum.

5 buoni motivi per cui Renzi non dovrebbe fare la staffetta con Letta

Matteo Renzi e Enrico Letta Firenze 08/06/2013Massimo Ragnedda (Tiscali) Scrivo queste due righe nel giorno della resa dei conti del PD. Ancora non so, e come potrei, sapere cosa verrà fuori da quell’incontro e quali saranno le sorti dei due pretendi al trono, del PD e, almeno in parte, del Paese. Renzi, quello del “Enrico stai sereno”, sfida Letta, quello del “non sto qui a tutti i costi”. A rileggere a distanza di qualche settimana queste parole (ma, si sa, in politica le settimane valgono anni) viene da sorridere. Il democristiano Renzi non vuole fare la staffetta con Letta, vuole più semplicemente scalzarlo e sfrattarlo. E Letta, più democristiano di Renzi, tutto questo non l’accetta. Da qui la lotta fratricida in direzione del PD, le pugnalate, le accuse e i colpi bassi. E sullo sfondo, in un angolo remoto dei loro pensieri, ci stanno i problemi da affrontare: disoccupazione, tasse troppo alte per cittadini ed imprese, corruzione e tante altre piccole, e per loro insignificanti, cose. Più che rottamare la seconda Repubblica, a me pare che Renzi stia riabilitando la prima. Questi giochi di palazzo e di poltrona sono tipici da prima Repubblica, con la differenza che la vecchia classe dirigente era, se non altro, più raffinata e meno volgare.

Call for Proposed Abstracts for a Special Section on “Weber and the Digital Divide: Class, Status, and Power in the Digital Age”

international journalMassimo Ragnedda (Northumbria University) and Glenn Muschert (Miami Univ.) are editing a special collection of articles on Max Weber and the Digital Divide. We are organizing a special journal section for the International Journal of Communication, which will examine how Max Weber’s theories may be used in studying digital inequalities. Indeed, this project builds (in part) on some of the ideas explored in our previous volume on The Digital Divide: The Internet and Social Inequality in International Context (Routledge 2013).

Please see the attached Call for Proposals for details on the scope, timing, and mechanics of this project.

Also, please feel welcome to post this call for papers widely and to forward it to interested colleagues and students. We hope to see some proposals from many of you, and for now, please feel welcome to be in contact if you have any questions for us.

Truffa da 85 milioni. Ma la colpa è anche nostra, che non ci indignamo più

truffa-banconote-2Massimo Ragnedda (Tiscali) Il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma per falso ideologico, abuso d’ufficio e per truffa. Mastrapasqua non è solo presidente dell’INPS (un incarico pagato più di 200 mila euro all’anno), ma anche vice direttore di Equitalia e ricopre un’altra ventina di incarichi, che spaziano da membro del consiglio di amministrazione di Quadrifoglio, di Telenergia, di Loquendo, di Aquadrome, Mediterranean Nautilus Italy, ADR Engineering, Consel, Groma, EMSA Servizi, Telecontact Center, Idea Fimit SGR.

Antonio Mastropasqua è anche vicepresidente di Equitalia Sud, Equitalia Nord, di Equitalia Centro, ed è dirigente di Italia Previdente, di Eur Congressi Roma, di Eur Tel, di Eur Spa, di Coni servizi Spa, di Autostrade per l’Italia, di Fandango, di Telecom Italia Media. È difficile sommare tutti gli stipendi e avere un quadro preciso dell’ammontare dei suoi stipendi, ma fa specie che il direttore di un ente pubblico come l’INPS, che ha come scopo quello di tutelare i lavoratori in difficoltà e garantire loro la previdenza, abbia circa 25 incarichi e guadagni oltre un milione di euro l’anno.

Ci resta il sole, ma di quello non si vive

DSC_1638È una grigia domenica mattina. Fa freddo e osservo la pioggia che sbatte sulla mia finestra. Guardo il cielo, dal caldo della mia stanza, e la compagna malinconia viene a farmi visita. Il cielo è plumbeo, la giornata è uggiosa e, come spesso capita qui nel nord Inghilterra, l’acqua cade copiosa dal cielo. Penso alla mia terra, l’Italia, e la Sardegna nello specifico, e mi chiedo cosa abbiamo che non va. In Inghilterra il clima è pessimo, la cucina è abominevole, le persone sono spesso fredde e si vestono in maniera improponibile. L’Italia, invece, ha un clima decisamente migliore, il sole ti da il buon umore, il cielo blu ti aiuta ad essere positivo, abbiamo un’ottima cucina che tutto il mondo ci invidia, la gente è, in linea di massima,  più gioviale. Siamo la terra di Dante, del Rinascimento, di Da Vinci e Giotto, di Michelangelo e Galileo Galilei. Abbiamo tre delle città più belle al mondo (Roma, Firenze e Venezia) e il made in Italy è un marchio di garanzia. Eppure, l’Inghilterra è dieci passi avanti rispetto all’Italia. Perché, mi chiedo in questa fredda domenica mattina.

Al Qaeda issa la bandiera a Falluja. Ennesima sconfitta per gli Stati Uniti

Damaged-Buildings-Syrian-Civil-WarMassimo Ragnedda (Tiscali) Oramai sono passati più di 10 anni da quando gli Stati Uniti, guidati dai neocons, hanno scatenato una pesantissima offensiva militare per mettere mano al petrolio iracheno. Bush, Cheney e Rumsfeld volevano destituire il loro vecchio alleato Saddam Hussein (non più utile alla loro causa) e piazzare un governo fantoccio (sulla scia di quanto fatto in altre parti del mondo) da controllare a distanza. L’obiettivo, come si è detto, era mettere mano alle ingenti risorse petrolifere irachene. E per raggiungere questo mai celato obiettivo i neoconservatori americani non si sono fatti scrupoli ad aggredire un paese sovrano, violare il diritto internazionale e lasciare sul tappeto circa 600 mila morti.

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